L’attuale emergenza sanitaria sta coinvolgendo ogni fascia della popolazione. Risulta naturale porsi alcuni interrogativi relativi allo stato di salute e eventuali risvolti dovuti a infezione da COVID-19.
La gravidanza è un momento particolarmente delicato al quale si può aggiungere l’ansia legata al COVID-19. La gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario, che possono aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui quella da SARS-CoV-2.
Il Report dell’Istituto Superiore di Sanità del 5 febbraio 2021 ha evidenziato che le donne in gravidanza non sembrano essere a maggior rischio di ricovero ospedaliero rispetto alle non-gravide per infezione grave da COVID-19.
La prevalenza e le manifestazioni cliniche della patologia da COVID-19 in gravidanza risultano essere sostanzialmente simili alla popolazione generale. La trasmissione verticale (cioè al bambino) del virus SARS-CoV-2 è possibile anche se considerato raro. In Italia i casi di positività tra i neonati sono vari, presumibilmente infettati a seguito del contatto con la madre positiva durante o dopo il parto. Questi bambini, però, non hanno presentato sintomi importanti e la condizione non desta particolari apprensioni.
Lo studio da parte del Sistema di Sorveglianza Ostetrica (ItOSS) ha evidenziato che, durante la prima ondata pandemica, le donne con pregresse co-morbidità (es. Ipertensione) e quelle obese hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare una polmonite da COVID-19 come d’altra parte tutti i soggetti con co-morbilità.
Non c’è al momento evidenza di un aumentato rischio di aborto, della natimortalità o della morte neonatale in relazione all’infezione materna da COVID-19.
Lo studio ItOSS ha inoltre evidenziato che, durante la prima ondata pandemica, il tasso di natimortalità rilevato in Lombardia non ha presentato differenze rispetto a quello rilevato negli stessi mesi del 2019.
Dr. Riccardo Lusso